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Insonnia da convalescenza

Non scrivo da tanto, è proprio tardi ma grazie alla tosse e agli antibiotici non ho sonno… ergo cosa fare?

Direi che è il momento IDEALE per copiare tutti i post di Madreh da Facebook su questo blogghino. Fossi completamente matta potrei fare un post retrodatato per ogni post, ma non esageriamo, via. De fori sì, ma soprattutto pigra, non ce lo scordiamo.

Insomma ora sono tutti qui. Se mi fottono il profilo o Feisbuk esplode, almeno quelli li ho messi in salvo.

Comunque, a parte continuare a constatare che Culino è un gatto (ma questo merita una disamina a parte) e tentare disperatamente di resistere ai ceppi di morbinfernali™ distillati al nido dal rampollo e i suoi sodali, mi sto ambientando nella nuova scuola, che mi piace assaj anche solo perché è a 20 minuti da casa. Perché il mio corpo e la mia testa non si sono affatto scordati di quanto fossero lunghe le ore di viaggio dell’anno passato, né tutte le altre difficoltà che si affastellavano senza che ci facessi troppo caso (?). Disperato desiderio di sopravvivenza, indeed.

Descrizione accuratissima del mood dello scorso anno scolastico

Ho impiegato tutta l’estate per riprendermi fisicamente, ma in realtà penso di avere ancora un bel po’ di strada da fare per comprendere fino in fondo e poi scendere a patti con il mio primo anno da statale (statale statale stataleeeee…). Insisto col dire che i benefici (pochi) sono pagati a caro prezzo, ma stasera non è QUELLA sera in cui mi aggroviglio in questo tipo di discorsi. Mi piace insegnare, mi piacciono le medie (sìììììì secondarie di primo grado sììììììì s’è capito). Il resto vabbeh. Si torna all’immagine precedente (ma con meno chilometri).

Insomma sono convalescente. Mi sto liberando piano piano sia della tracheite che del carico mentale accumulato più o meno consapevolmente l’anno scorso e, per una volta in vita mia, assaporo la sottile attesa del costruire qualcosa a lungo termine con i miei alunni. Perché stavolta, salvo catastrofi, posso accompagnarli fino alla terza e smetterla di spremermi il capo e correre per mettere pezze a situazioni non create da me. Non so se potete capirmi, ma è un pensiero eccitante, rincuorante e spaventoso al tempo stesso.

Ammetto che è stato un po’ commovente tornare a scrivere i miei pensieri a notte fonda, sul mio pc, quando tutti gli altri dormono e sono a un passo dal crollare dal sonno (vabbeh, questo stasera no). Sembra roba di millenni fa e invece sono solo 21 anni dai – DIOPRETEDACORSA OMG VAI A LETTO

(Allego un’immagine caruccetta di due deficienti raffreddati che affrontano il caldo mare di novembre, sì, ma con un vento che segava la faccia)

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3 commenti su “Insonnia da convalescenza”