MADREH ELUCUBRA COSEH #3
Partendo dall’assunto che dopo quasi tre mesi di contatto stretto con il Giovane ogni aspetto della vita quotidiana è precipitato in una forma di caos sghignazzante, si attestano in Madreh due tendenze opposte ma complementari:
1) L’ardente desiderio di riordinare casa, o per lo meno di strappare al Nulla almeno una minuscola porzione di Fantàsia, a mo’ di prezioso giardino Zen. Si lotta dunque per preservare almeno quell’angolo e di tenerlo al riparo dalle ecoballe di lane rotolanti e dai vestiti scagliati nella loro folle corsa verso l’ignoto.
Ma nulla sarebbe possibile senza circondarsi di validi alleati: per questo abbiamo aperto le porte e i nostri cuori a Caramel, la nostra amichevole Roomba di collina.
2) La consapevolezza che ogni sforzo è vano e che affannarsi non serve. Si fa poco dunque, e quel poco si fa lentamente, o magari non si fa nemmeno, ma che ce frega.
Hai un pargolo? Nessuno ti corre dietro? E allora rallenta e goditi il viaggio, o Madreh. L’universo non crollerà se tu e Rampollo grufolate nel lettone e ignorate l’urgenza di stendere i pannolini, o di svuotare la lavastoviglie che vi attende languida da due giorni, o di pulire quell’incrostazione sconosciuta accampata sul lavabo.
Poiché si sa, esiste un’unica cosa a cui bisogna rispondere quando chiama: la cacca. Tua o del Rampollo.
Il resto è futile.
PROESIA
Madreh non scappareh
Non nascondere le bocceh
Non negarmi da mangiareh
Tieni qui le tue pocceh
Intermezzo
Adesso Madreh pesa esattamente quanto l’anno scorso.
Circa tredici chili presi e rimessi giù.
E’ l’ora di pavoneggiarsi durissimo.
MADREH ELUCUBRA COSEH #4
Partiamo dall’assunto (quanti assunti diobò) che qualunque narrazione che inneggia alla maternità come forma di martirio o sacrificio masochista, che non solo ti deve andare bene ma ti deve pure piacere, è profondamente sbagliata e i sostenitori andrebbero crocifissi in sala mensa.
Detto ciò, è pur vero che tu, Madreh, devi dedicare tempo e spazio alla scoperta di questa misteriosa relazione nuova di pacca, o non ci capirai niente. E te lo dice Madreh eh, e una Madreh certe cose le sah.
È come se tu avessi deciso di rinnovare casa: attendi trepidante il camion gonfio di materiali per la ristrutturazione, ma quando arriva, scopri che la roba non è tutta impilata bellina, ben divisa e ordinata sui pancali, ma buttata dentro a caso in un’orgione di piastrelle e forassiti che si contorcono sotto l’insondabile sguardo di un Grande Antico.
Ci vuole tempo per sedersi lì, con calma e pazienza, e vedere cosa c’è davvero in quel camion. Se ti hanno mandato tutto, se c’è qualcosa di rotto, se c’è roba che non hai ordinato e non sai nemmeno cosa sia. E per capirci qualcosa, devi necessariamente condividere i tuoi spazi e i tuoi tempi con quel delirio di pancali infrenati che è il tuo nuovo coinquilino.
Già ti sento, o Madreh: “Argh, è sempre fra i piedi quel nano malefico! E il tempo per me dov’è fuggito?”. Ma no Madreh, non disperar!
Al netto delle indicazioni mediche (tipo quelle per prevenire cose brutte, che accidentalmente possono ridurre ancor di più la tua intimità, ma che non si discutono cristomadò eh, non vorrai questionare pure con l’OMS), tutto il resto del tempo che ti ritrovi a condividere con il fagotto di latte e letame è tempo che puoi ancora usare per te stessa, anche se in modo diverso. Per fare le cose che qualcuno deve pur fare e contemporaneamente ascoltarti, capire se sei comoda, riordinare le idee, tirare le somme fra eventuali aspettative e bagno di realtà.
Insomma Madreh, magari trovare il tempo per lavarti i denti a fondo o mettere la cremina che ti salva dalla malvagia couperose è problematico e frustrante, ma se hai giocato bene le tue carte il tuo tempo non si è dissolto come il conto in banca dopo i lavori del 110. Si è solo trasformato nel tempo occorrente per coltivare una relazione misteriosa e capire come funziona e come ti ci senti dentro.
Sticazzi della couperose! Tu e i tuoi pensieri, Madreh, queste sì son cose da curare con dedizione mentre ungi con amore le pieghine sul culino di Culino (ex). Piano piano ritroverai tutte le piastrelle del bagno, la casa si rinnoverà e il nuovo inquilino sarà così parte del quadro da farti chiedere se non sia sempre stato lì.
Per Madreh funziona. Saranno i 43 anni a portare saggezza? Ma so di molto io, alò che la combo cacca+doccia non aspetta nessuno.
(In allegato adorabili striscine e pelouche odioso da cucire)
MADREH ELUCUBRA COSEH #5
POESIOLA
Vaghe briciole sul letto
Relitti di pasti obliati
Lane ignorate dal Roomba
Cove di ragni sfacciati
Libri che attendon pazienti
Panni che andranno lavati…
Ciò non turba il giovin signore
Ch’egli poccia e caca per ore.
(Mappù come)
MADREH ELUCUBRA COSEH #6
“TANTO STASERA CHE VUOI CHE SUCCEDA”
ATTO UNICO
(Entrano CULINO, un lattante con gli occhi pesti, e MADREH, una squinzia ultraquarantenne qualunque)
Culino ha febbriciattola e gengive in movimento.
Madreh si affretta a riportarlo a casa.
Culino si lamenta e sbava.
(Entra PARACETAMOLO)
Madreh gli dà dell’ottimo Paracetamolo.
Culino è affranto e tossisce.
Madreh gli offre una poccia enorme.
Culino non poccia e pigola.
(Entra TIRALATTE)
Madreh appronta Tiralatte.
(Entra GATTO)
Gatto decide che gli interessa.
Madreh sposta Gatto.
Culino implora.
(Entra BIBERON)
Madreh culla Culino mentre versa 30 cc di prezioso latte da Tiralatte a Biberon e sposta Gatto.
Biberon cade.
Madreh tira un moccolo e recupera Biberon con Culino in braccio.
E sposta Gatto.
Madreh eroicamente si caccia Biberon in bocca perché non c’è tempo di lavarlo e lo porge a Culino tenendolo col mento mentre ricomincia a usare affannosamente Tiralatte.
E sposta Gatto.
Madreh ripete l’opera altre due volte ma senza far cadere Biberon.
Culino rifiuta il latte.
Madreh tira un moccolo talmente forte che Gatto si sposta da solo a tre metri di distanza e lì rimane per ben 37 secondi.
Madreh vorrebbe tirare ancora prezioso latte ma Culino piange e Gatto valuta già un ritorno in pompa magna.
Madreh si arrende e confina Biberon in frigo, Tiralatte sul tavolo e Gatto sul divano.
(TIRALATTE, GATTO E BIBERON exeunt)
Madreh sconsolata inizia a salire le scale asciugando il rigagnolo di bava di Culino che ormai gli intride anche le calze.
Infine Paracetamolo fa effetto.
SIPARIO
…E Padreh? A macerare nell’ansia filiale nell’unica sera in cui lavora
(Nella foto di repertorio i personaggi principali impegnati nelle prove dello spettacolo)
MADREH ELUCUBRA COSEH #7
ACCADDE QUELLA NOTTE
Ore 23.00
CULINO: NGHEEE
(Trad. “Madre, è giunta l’ora del meritato riposo, ergo agevolami un goccino di latte per conciliare il mio regale sonno”)
MADREH: O mio dorato rampollo, suggi quanto più ti aggrada, scivola senza indugio in un sonno ristoratore e lascia che Madreh vegli sulla tua boccuccia gonfia di bianco mangiare!
Ore 1.37
CULINO: NGHEEE
(Trad. “Madre, mi sorge un dubbio… Ma poi, quel latte me lo somministrasti o ti rimase incastrato nei dotti galattofori?”)
MADREH: O mio distratto raggio di sole, di certo la stanchezza ti ha giocato qualche brutto scherzo, ma ecco un’altra generosa dose di prezioso nettare che certo sazierà il tuo vorace stomachino per molte ore a venire…
Ore 3.24
CULINO: NGHEEE
(Trad. “Madre mia, madre mia, ho appena sognato che tutte le pocce del mondo erano scomparse dalla faccia della terra! Era un terribile incubo o la cruda realtà?”)
MADREH: O frugoletto mio agitatino, che mostro sarei mai se ti negassi proprio adesso un po’ di quel miracoloso goccino di latte scacciaincubi, prova inoppugnabile del dominio incontrastato delle pocce nel (tuo) mondo? Ecco, serviti generosamente, così magari dormi di p- oh, già fatto?
Ore 5.18
CULINO: NGHEEE
(Trad. “Madre, leggevo testé su Lancet che è dimostrato che un’ora prima dell’alba le pocce secernono ambrosia e mi chiedevo…)
MADREH: Figliolino caro, quello fra le tue paffute dita non è Lancet ma un grumo di peli di maglione… E senti qua, è proprio latte quello che -O MA GIÀ DORMI?
Ore 5.54
CULINO: NGHEEE
(Trad. “Madre vorrei esporti la mia teoria riguardo alla correlazione fra i benefici del latte materno e l’orario in cui-“)
MADREH: AAAAAAaaaaamore mio dolcino, basta argomentare. Ciuccia serio stav- O MA ALMENO A UN MINUTO ARRIVACI SVEGLIO EH
Ore 6.21
CULINO: NGHEEE
(Trad. “Madre mi stavo domandando…”)
MADREH: FFFFFFFFFFFGGGGHFGGFFFFFFFFSSSSSSì ho capito bimbo, LE POCCE. Tò. Bevi.
Ore 6.58
CULINO: NGHEEE
(Trad. “Madre, ci sareb…”)
MADREH: NGHEEEEEEEEEEEE
(Trad. “Ah mimportanasega, vai Padreeeeeh, tutto tuooooooo”)
FINE
(È successo una sola volta e ad altri va peggio ogni santa notte ma, visto che in genere il giovane dorme sodo, l’esperienza ha lasciato decisamente il segno )
(Nella foto di repertorio la versione casalinga di un noto blockbuster di quando s’era giovini)
MADREH ELUCUBRA COSEH #8
ODE AL PAVIMENTO PELVICO
O pavimento, pavimento caro
Si leva il tuo lamento così amaro!
In dolce attesa non ti trascurai
Mi presi di te cura come un figlio
Partimmo insieme, prodi marinai,
A fender l’acqua con fiero cipiglio
Tre volte a settimana, diligenti,
Sfuggendo della sciatica i tormenti.
Mako la palla fu nostra sodale
Pronta ad accoglier con abnegazione
Tu, o pavimento, e il deretan fatale
E tredici chili di denso trippone,
Per consacrare il nostro sodalizio
E stringer coi dolori un armistizio.
Ahimé, allenarti servì a poco
Se ora molti moccoli io invoco:
Fra fitte, mugghi e succo di mirtillo
Se non ritorni a posto io TE DEVASTO BASTARDONFAME
(Nella foto di repertorio una gestante sull’orlo degli otto mesi ancor ignara delle gioie del post partum)
MADREH ELUCUBRA COSEH #9
Si dice che quando hai un figliolo diventi capace di qualsiasi cosa, e il mantenimento delle funzioni di base in assenza di sufficienti e\o efficaci ore di sonno è solo uno degli strabilianti miracoli che una Madreh può operare.
Dall’alto della mia esperienza quinquemestrale, in verità, in verità vi dico: È VERO.
Mirate dunque la possanza di Madreh mentre usa agevolmente le bacchette per mangiare un’insalata di minuscoli truciolini di mango e arachidi.
—> CON LA SINISTRA.
Capite anche voi che da qui al delirio di onnipotenza è un attimo.
MADREH ELUCUBRA COSEH #10
Madri nerdacchione che vi arrovellate per trovare il costume perfetto per i vostri Culini, non sganciate fior di quattrini ai signori del merchandise!
Basta una semplice fragola non troppo matura * e il vostro rampollo potrà sfoggiare il suo primo cosplay tutto italiano, sano, nutriente e a km 0!
LA PIMPA.
(*) Rigorosamente somministrata con sciatteria, mi raccomando.
MADREH ELUCUBRA COSEH #11
168° Quesito con la Madreh
Ore 6.18. Madreh sta allattando Culino, quando all’improvviso sente un violentissimo e persistente odore di biscotti. Qual è la motivazione?
A) La natura avverte Madreh che è giunto il momento di nutrirsi.
B) La natura avverte Madreh che è giunto il momento di nutrirsi di Culino.
C) La natura avverte Madreh che è giunto il momento per una TAC al cervello.
D) La natura avverte Madreh che le pocce hanno finalmente raggiunto uno stadio evolutivo superiore, eliminando l’inutile latte a favore di un alimento ben più soddisfacente.
E) La natura avverte Madreh che il suo superpotere da madreh si è finalmente manifestato.
F) La natura avverte Madreh che i biscotti saranno SEMPRE i suoi signori e padroni e ogni resistenza è futile.
Inviate le risposte alla Susy, sempre che non sia troppo presa a impillottare Gianni per il giorno di Pasqua. I vincitori riceveranno dei biscotti (HA!)
Nell’immagine, Madreh e Culino che meditano sulla rilevanza didattica della Settimana Enigmistica.
MADREH ELUCUBRA COSEH #12
Anonimo, “Ritratto di Madreh allattante con colon prossimo all’esplosione”. Dolore su tela, XXII sec.
MADREH ELUCUBRA COSEH #13
Culino compie sei mesi.
GRISTOMADÒ.
Paiono sei lustri, o sei minuti.
Vorrei elucubrare tante coseh, e tutte inizierebbero con un’esclamazione di stupore più o meno blasfema… Ma soffermiamoci solo sullo stupore, per una volta.
Stupore per Culino che cresce e fa cose che un minuto prima ie, figurati, ancora sarà presto eh.
Stupore per me che da totale incompetente e indifferente verso i neopargoli giungo a sfiorare le vette del nirvana della madritudineh zen.
Stupore per l’insospettabile lucidità (…) nonostante le scarse ore di sonno consecutive concesse dal giovin signore e dal suo imprescindibile bisogno notturno della supercombo ciuccio + ditini (e a volte braccio).
Stupore per la massiccia quantità di cose che prima mi sembravano questioni enormi e di cui ora nommemportaggnente.
Stupore per un innamoramento inarrestabile che, nel mio caso, ha bisogno anche di distacco per dare il meglio di sé.
Stupore per i suoni piccolisssssssimi.
Stupore per il Tiralatte, frr frr frr.
Niente stupore invece per la solidità del resto del #teamCulino, a partire da Padreh (ma si sa che Madreh sa scegliersi i compagni di viaggio) e proseguendo con nonne e nonni, zii ufficiali e elettivi, padrini e madrineh e tutti gli amici, parenti e simpatizzanti che si sono fatti in quattro per dare una mano, un sostegno, un abbraccio, una cosa qualunque, magari piccola ma importante.
Niente stupore per la solidità dunque, perché diciamocelo, le persone care non sono tali perché hanno vinto il relativo attestato alla pesca dei cigni.
Stupore per l’intensità, invece… quello sì, sempre.
E dunque Madreh, un augurio è d’uopo e dunque fattelo da sola: possa lo stupore, quello buono, andare avanti ancora per mooooolto tempo!
MADREH ELUCUBRA COSEH #14
Quegli incredibili personaggi che miagolano “perché una madreh certe cose le saaaah” mi fanno slogare la mascella, un po’ per l’ilarità incontenibile, un po’ per lo sconcerto, un po’ perché so’ marampeca e mi faccio male con tutto.
Madreh, ma che sai te.
L’istinto ancestrale aiuta se devi prendere in braccio il pargolo senza farlo stiantare per terra, ma non è che si va tanto oltre le funzioni materneh base.
La verità è che non sai una paccata di cose e – incredibile ma vero – va bene così. Non c’è niente di male.
Se non sai distinguere un pannolino da un pacco di fusilli, con conseguenti disagi al momento del pit stop, chiedi all’ostetrica.
Se il tuo pargolo tossisce sabbia, chiedi al pediatra (o a un esorcista).
Se la luce dei tuoi occhi morde qualsiasi essere vivente, chiedi all’educatore (come sopra).
Per alcune cose basilari puoi pure chiedere a Madreh di Madreh\Padre, perché magari ci son passate più volte di te e si ricordano di come erano riuscite a manovrare la loro prole durante le prime merende di mela grattata evitando traumi cranici di chiunque sia coinvolto nella delicata operazione.
Ma chiedi.
Non ti riguardare.
Poi siamo d’accordo, il pargolo è tuo e il vostro rapporto è sacro e chi si intromette muore, possibilmente male.
Ma Madrih non si nasce. Tanto tanto Figlieh, tò.
È dunque lecito imparare, sbagliare, apprendere, migliorare e non vergognarsi a chiedere consigli a chi ha speso la sua vita a saperne più di te su un dato argomento.
Per esempio, io che so’ ignorante come una capra riguardo ai bimbi piccini, rompo umilmente le ovaie © alla divina Chiara Bulletti per ricevere l’illuminazione e la grazia di Nostra Signora Maria (Montessori).
Perché Madreh certe cose proprio non le sa, ma è volenterosa e vuole imparare.
E finisce che si diverte abbestia.
MADREH ELUCUBRA COSEH #15
Pur arroccata nella sua sfacciatissima bolla di fregamazzismo zen, sappiate che nemmeno Madreh può sfuggire agli ineluttabili attacchi di shopping compulsivo pro pargolo.
C’è chi non resiste davanti ai vestitini, soprattutto se dotati di ammennicoli animalosi, soprattutto cose da dinosauri kawaii. (*)
Ma non Madreh.
C’è chi riempie la casa di giochi giochini giochetti ommiiddiiiiiooo ci gioco iooooo e il pargolo s’attaccaaaaa.
Ma non Madreh.
C’è chi non può vivere senza essere aggiornato su tutti gli ultimi ritrovati tecnoingegneristici per garantire la sicurezza del virgulto in ogni istante della sua vita e STERILIZZA TUTTO CRISTOMADÒ!
Ma non Madreh.
Madreh sguazza nella roba prestata, quel che c’è c’è (**), fornisce come compagni di giochi abbondanti mestolini e spatole che poi vengono usate per cucinare non sempre passando prima dalla lavastoviglie e se il bimbo si infila in bocca la mano con cui ha appena afferrato un pezzo del gatto, prosit! Dopotutto bisogna assaggiare nuovi sapori, no?
Cosa scatena dunque lo sfrenato consumismo di Madreh? Un richiamo che solo il lugubre uggiolato del conto in banca riesce (parzialmente) a tenere a bada? Una compulsione che la porterebbe a spendere circa il 67% dei suoi introiti mensili (fortunatamente attualmente inconsistenti) in meno di un pomeriggio?
Eccoli, sono loro.
I dannati libri illustrati per bambini piccini.
Tutti li vorrei.
TUTTI.
Coi paraocchi mi tocca andà al giro. Ordine restrittivo verso gli scaffali della lettura dei negozi per bimbini. Divieto d’accesso a Madreh in qualunque libreria. Vietato scorrere gli articoli consigliati da Amazon.
…PER ORA.
E sì, a breve vi pupperete una nuova rubricah: MADREH RECENSISCE COSEH. Nei cinemi. (?!)
(*) Padreh è uno di quelli.
(**) L’argomento vestiario post sei mesi merita comunque un’elucubrazione a parte. Piena di moccoli, tra l’altro.
MADREH ELUCUBRA COSEH #16
Madreh snaturata obbliga il giovin signore a svolger attività non consone al suo rango alla vigilia dello scoccar del settimo mese.
Panico e sdegno a corte.
MADREH ELUCUBRA COSEH #17
Madreh continua a scoprire cose che, manco a dirlo, non sapeva della matritudineh e dei misteriosi bimbipiccini©:
Ad esempio:
1) Ieri non sapevano fare la cosa x, oggi vedi di stare dimolto attenta perché fanno x, y e se gni piglia bene anche z, e col risucchio.
2) A sette mesi fanno già le prove per vedere fino a che punto possono spingersi prima che scatti il NOOOOO CULINO PIAAAAANO CULINO.
3) Occhiali, capelli e gatti sono i primi tre elementi da sottoporre senza deroghe alla regolamentazione di cui sopra.
4) Nel momento in cui scoprono che le pocce non sono l’unica cosa commestibile e iniziano a pascersi dell’universo di sapori che li circonda (e delle pocce), i loro visini cambiano forma.
Allegasi una prova fotografica del drastico cambiamento del viso di Culino all’intensificarsi del divezzamento.
(Il 18 l’ho saltato, evabbeh)
MADREH ELUCUBRA COSEH #19
A proposito di “Ieri non lo sapevo fare, oggi sono il signore dell’universo”, dopo solo 7 (SETTE) mesi il giovin signore all’improvviso ha conquistato le pocce senza filtro.
I paratetta applaudono commossi.
Nella foto di repertorio, il giovin signore e il suo fedele leccadita Trauma pianificano ulteriori incredibili conquiste.
MADREH ELUCUBRA COSEH #20
Insomma poi arriva il momento di andare in vacanza con Culino e, visto che Madreh si ritiene solo moderatamente snaturata, è tutto un frugare l’internet, leggere guide e porre timide domande al pediatra di fiducia per capire qual è la VVV, la Vera Via del Vacanziero-con-lattante, l’unico modo giusto et possibile di fare tutto a regola d’arte con un bimbopiccino© a carico.
Spoiler: NON ESISTE.
Più di svez- pardon – divezzamento e Bardalo vs. Tiello gnudo, l’argomento vacanze è l’inferno delle correnti di pensiero che si azzannano alla gola.
Così, ho fatto ricorso all’unica vera risorsa a cui può attingere una Madreh: la tanto decantata Onniscenza Maternah, forse?
Spoiler: ALÒ, IGNORANTI COME LE CAPRE.
L’unica vera risorsa è:
MIMPORTAUNA$EGATANTOFACCIOCOMEMIPARE
Quindi vacanza in megatenda da otto, si dorme per terra, si cucina col microonde fico che ti cuoce anche gli arrosticini e si fa tutti il bagno con la muta nell’acqua ghiaccia di inizio giugno, Culino compreso.
Spoiler: EPIC WIN.
DE PER DAVÈRO.
Allegasi ritratto di Padreh tarnòcchelo con Bimbo in procinto di ennesima conquista motoria.
MADREH ELUCUBRA COSEH #21
Ho capito che con un bimbopiccino© neoottomesenne è normale che molte cose passino necessariamente in secondo piano, non c’è da colpevolizzarsi o da sentirsi inadeguati e rientra nel naturale quadro del caos universale.
Però stamattina i serpenti di lane sulle scale si stavano organizzando per dare una cenciata.
Immagine di repertorio: ritratto di Culino con filtro hipsterino Laneinfamiavevospazzatoieri (se non ce l’avete siete out)
MADREH ELUCUBRA COSEH #22
C’è chi dice che il nocciolo della famiglia sono i figlioli e che se non ne fai ma che stai insieme fare, non sei serio ecc ecc eccì – salute. (*)
Quando non era ancora Culinomunita, Madreh pensava fosse una ca$$ata.
Oggi, invece, Madreh è ASSOLUTAMENTE CERTA che sia una DEVASTANTE ca$$ata.
Primo, perché se una famiglia funziona o no la responsabilità non può essere scaricata implicitamente sui figlioli. Sennò si ritorna a chi li cerca per risolversi i problemi di coppia, e giù tonnellate di polvere sotto i tappeti. Che poi viene respirata dai figlioli, che pensate.
Secondo, perché una famiglia è fatta contemporaneamente di singoli e gruppi, di bisogni individuali e collettivi. Tutti sono importanti, anche se è ovvio che quelli della prole sono più urgenti e imprescindibili, soprattutto finché non possono soddisfarseli da soli.
Il nocciolo della famiglia è che è bello fare insieme le cose e saper capire quando c’è bisogno di dare o ricevere spazio. Non importa chi ne fa parte, se due, tre o venti persone.
E, aggiungerei, non negarsi mai un po’ di tempo per coltivare passioni e interessi.
Perché condividere è famiglia, no?
(*) Ho passato il fine settimana con il Senior Enrico Pecchi , non giudicatemi
MADREH ELUCUBRA COSEH #23
Due settimane fa mi era venuto in mente un post frizzante, adorabile e arguto ma, poiché il mio cervello ha deciso che dormire da sveglio è una buona strategia, non c’è verso di ricordarmelo.
Così, eccovi una delle foto che hanno fatto la Storia:
IL CULINO DI CULINO (2023 ca.)
Special guest: il finestrone di casa, ancora parcheggiato in giardino dopo un anno dalla sua rimozione. (E qui ci sarebbe da… Ma no.)
È roba forte eh, lo so.
MADREH ELUCUBRA COSEH #24
(Questa seria, dai)
(E dannatamente lunga e noiosa)
(Oggiù, bear with me)
Dalla notizia della nomina in ruolo Madreh è pensierosa.
Pensierosa e meno zen del solito.
Pensierosa perché si tratta di un traguardo totalmente inatteso (forse vi ricorderete che Madreh andò a sostenere lo scritto, incinta di tre mesi, giusto per vedere com’era, quindi immaginate dunque l’impegno profuso nello studio) e sicuramente gradito, certo certo.
Ma che attualmente si trova a oltre 150 km da casa sua, per un totale di oltre 4 ore di viaggio fra andata e ritorno, non percorribili con mezzi pubblici.
Pensierosa perché se non ci fosse Culino, sarebbe l’ennesima faticosa avventura in cui buttarsi, in cui le enegie spese e il tempo perso ricadrebbero unicamente su di lei.
Ma Culino c’è, ha solo nove mesi e non gli si può certo spiegare che Madreh e le sue preziose pocce sono uccel di bosco per lavoro e appena arrivata a casa (quando riuscirà ad arrivare in tempo utile per trovarlo sveglio) non potrà stare con lui per le quintalate di didattica, burocrazia e pippate varie che qualcuno dovrà pur sbrigare. Alò, ma chi vorrebbe spiegarglielo? Dai, su.
Pensierosa perché ci ha messo nove mesi e un sacco di fatica per covarlo e ora PM se lo vuole proprio godere in tutti i suoi rocamboleschi cambiamenti in questi primi mille giorni di vita così fondamentali.
Ma eh, mica è solo Madreh. È pure Docenteh eh, ha le sue responabilità.
Pensierosa perché lo Stato si riempie sempre di tante belle parolone sulla famiglia, l’inverno demografico e compagnia, con il nuovo regime ci si lancia addirittura in lacrimevoli crociate sulla sacralità della suddetta e guai a chi prova a minare la tradizione bla bla blaaaaah.
Ma poi di fatto da troppi anni a questa parte porta avanti politiche contraddittorie e ipocrite e in sostanza tu Madreh (e tu Padreh anche di più) sei da sola davanti a un bivio etico e logistico:
“Eh ma se vuoi i figli stai a casa e te li guardi sennò rompi las bolas alla società”
OPPURE
“Eh ma se vuoi lavorare non devi avere figli sennò rompi las bolas alla società”
Pensierosa perché alla fine tutto il sistema punta a farti prendere mille dubbi sulle tue scelte.
Ma in realtà fanculo tutto: quello che conta è che Culino ha il diritto di stare con Madreh finché è così piccino e Madreh ha il diritto di stare con lui, o comunque di poter scegliere cosa fare della sua cxxxo di vita senza dover spiegare le sue scelte a nessuno, NESSUNO, tanto meno uno stato popolato da incapaci da tanti, troppi anni, gente talmente incompetente che non riconoscerebbe una politica sociale nemmeno a spiegargliela con i disegnetti, o talmente agganciata alla poltrona sua e degli amichetti da sbattersene di tutto quello che non rientra nel suo interesse.
Madreh è pensierosa, e quando è pensierosa si ricorda degli anni in cui avrebbe voluto entrare in politica, o condurre inchieste giornalistiche, o andare a litigare con la gente che meritava una sonora spazzolata di gengive.
Ma poi pensa che in questo caso specifico tocca stare al gioco, cercare di fare il meglio che si può e non perdere di vista le cose davvero importanti. (Poi magari un giorno diventare sindacalista, ma ora troppa ciccia al fuoco, eh?)
Madreh è pensierosa perché essere diventata di ruolo è importante, certo, e la Docenteh che è in lei non vede l’ora di mettersi in gioco e dargliene secche. Quante volte ha fantasticato su ipotetici gruppi classe e relative lezioni da paura da proporre? Uh!
Ma c’è Culino. Culino è in cima alla lista delle priorità. Non è che il resto scompaia, no, assolutamente. Ma lui sta sopra a tutto. Per ora è così, fine gita. Zitt. Mut. Rassegnat.
Madreh è pensierosa perché di cosa ha bisogno Culino adesso? Che Madreh rimanga salda nel corpo e nella mente e lo cresca nel modo più amorevole possibile.
Ma ci sono da mettere in conto quei trecento chilometri. Quattro ore e passa di viaggio. Tante classi, tante ore da dedicare alla didattica e a tutto il resto.
Per questo Madreh è tanto pensierosa.
Attualmente spera nella sorte, nei suoi diritti (pochi ma fortunatamente ci sono), nella sua capacità di trovare soluzioni e, per sfogarsi un pochino e tornare zen, sproloqia su feisbuk.
(Si allega prova fotografica della giusta motivazione di pensierosità di Madreh.)
MADREH ELUCUBRA COSEH #25
Mentre son qui che attendo di sapere quale sia il mio destino (e la mia destinazione), mentre rimugino sulla caducità dell’esistenza e sulla naiveté di chi ha fiducia di riuscire a riempire una piscinetta comprata a fine stagione senza svuotare il pozzo e prima che le temperature crollino, mentre ascolto Culino esercitarsi nel verso del pipistrello in amore sì, ma frustrato dalla vacuità dei rapporti di oggidì, un pensiero mi attraversa la mente…
UDÌO UDÌO COME MI MANCA L’ALCOOL
Nell’immagine allegatal’unica motivazione accettabile per non bombarsi di cocktail al Comix Café – Arezzo .
(E no, non sono tipo da rompere il digiuno per un birrino o un calice di vino, per quanto soave e desiderabile sia. Sotto 20% vol. non è amore.)
MADREH ELUCUBRA COSEH #26
Situazione:
Madreh è sul pavimento con mezza chiappa sul tappetone a sistemare panni.
Culino gioca con il contenuto della sua cesta di cianfru- tesori.
Madreh fa cadere una scatola.
Culino si spaventa e per rassicurarsi parte a tre zampe verso Madre per arrampicarsi sulle gambe (incrociate). Mentre si issa scivola di lato e SDONK, craniata laterale sul pavimento.
Culino scoppia in lacrime (ettecredo).
Inner saboteuse di Madreh:
“Ecco, lo vedi? Sei una madreh distratta e snaturata! Avresti dovuto acchiapparlo appena si avvicinava al ginocchio!”
Madreh zen:
“Se la stava cavando bene da solo, mica casca tutte le volte che lo fa! Succed-“
Inner saboteuse di Madreh:
“E perché non ti sei messa sul tappetone? Devi SEMPRE stare sul tappetone!”
Madreh zen ma con punta di fastidio:
“Va bene, ma mica posso tappezzare tutta la casa… Il giovane sviaggia ormai, i tappeti li caca così poc-“
Inner saboteuse di Madreh:
“E ora si è fatto male, visto? Senti com’è disperato, chissà la sofferenza, la paura, la delusione perché ha una madreh così svampita e superficiale!”
Madreh zen ma con cinquanta sfumature di fastidio:
“Intanto so’ qui che lo coccolo, lo bacio e gli tengo il ghiaccio sul capo, non è che l’ho lasciato per terra agonizzante per prepararmi un mohit-“
Inner saboteuse di Madreh:
“AAAAAHH POVERO BAMBINO IN BALIA DI UN’INCOMPETENT-“
Madreh non più zen:
“OOO BASTA! S’È CAPITO! Mi devo stracciare le vesti per un bernoccolo? MA SAI QUANTE VOLTE CAPITERÀ CHE SBATTA, ROTOLI, INCIAMPI, CADA E SI TRITI? È un bimbo e c’ha da scopri’ cose, tutte non le pari! E nemmeno le devi para’! Che fai, lo metti sotto una campana di vetro legato a una sedia?”
Inner saboteuse di Madreh:
“Possibilmente una sedia evolutiva.”
Madreh nuovamente zen:
“Ma vai affancu£o.”
Ormai prossima ai dieci mesi fiammanti del Giovane, nella sua infinita saggezza Madreh sa che la sua Inner saboteuse non la abbandonerà mai, ma sa anche che tenerla a bada è possibile.
E che i bimbi son bimbi e i bernoccoli (ottenuti in condizioni di relativa sicurezza) aiutano a crescere.
E che la prossima volta che deve piegare i panni lo farà con entrambe le chiappe sul tappetone.
Nell’immagine allegata, l’epilogo della storia (special guests: ghiaccio e pocce).
MADREH ELUCUBRA COSEH #27
Crescere la propria prole è un bell’impegno.
Crescerla bene è un impegno ancora più grande.
Educarla al rispetto di se stessa, del prossimo e soprattutto di chi non può o non sa difendersi è un ca%#€ di imperativo morale che Kant scansati non sei nessuno.
Il genitore perfetto non esiste, ma almeno, PM, proviamoci.
(Per inciso: fare musica, soprattutto insieme, aiuta ad ascoltarsi e ad ascoltare, a qualunque età – ma meglio partire da piccini. Foppeddìllo.)
MADREH ELUCUBRA COSEH #28
Il team.
Il team è importante.
Senza il team è fatica, frustrazione, ansiangosciafastidio.
Se il team non funziona, aggiustatelo subito o va tutto a galìne.
Voletegli bene, al team. (*)
Nella foto di repertorio, un attimo rubato al processo di acculturamento del Giovin Signore sulle pratiche agricole tardoquattrocentesche.
(*) Ma se il team fosse proprio bacato, rottamatelo e prendetene uno che funzioni.
Che già è faticosa così.
MADREH ELUCUBRA COSEH #29
Ormai prossimo all’undicesimo mese, il Giovin Signore sperimenta varie entusiasmanti attività:
– Passeggiatine di quattro passi in solitaria, anche di corsa, con esiti più o meno dolorosi
– Appassionanti dissertazioni all’indirizzo dei gatti
– Distruzioni sistematiche delle torri di cubi
– Corsi di esplorazione odontoiatrica (su se stesso e su altri)
– Febbre alta con risate notturne
Contemporaneamente, Madreh e Padreh si trastullano con tutt’altro genere di esperienze:
– Riduzione drastica della qualità e della quantità di sonno
– Stoica accettazione dell’irraggiungibilità del già bassissimo standard di pulizia di qualunque area della casa
– Fioritura di nuove e variopinte forme di ansia con grande variabilità personale
– Pensieri bipolari
– Innamoramento senza speranza
Tutt’apposto insomma.
(Nella foto di repertorio, il Giovin Signore in tutta la sua regale lunghezza)
MADREH ELUCUBRA COSEH #30
Madreh si sveglia alle 5.50 dopo una nottata de fuego in cui Culino trova finalmente pace alle 5.45.
Madreh esce da scuola alle 14 dopo due ore non consecutive con la sua classe preferMMMMHHH, rientra a casa alle 16.20, questiona con Gatto e si infila nel lettone con Padreh e Culino, nella speranza di una pennica ristoratrice.
Non dorme mancopenniente.
Culino si sveglia mezzo soffocato da un gallone di bava e tosto si aggancia stolzando alle pocce.
Madreh ruota la testa e si accorge di avere una nausea poderosa. Prova ad alzarsi e l’urgenza di gattini (*) s’impenna. Ricade sconfitta sul materasso.
È un gran lunedì, e non è ancora finito.
Nell’immagine di repertorio, il supereroe più glam della storia in una foto particolarmente ben fatta.
(*) O anche di sgattare
MADREH ELUCUBRA COSEH #31
Un bimbo piccino è impegnativo.
Un bimbo piccino malaticcio è impegnativo.
Un bimbo piccino malaticcio da cinque giorni è impegnativo.
Un bimbo piccino malaticcio da cinque giorni e Madreh pure malaticcia MA incredibilmente insonne anche quando potrebbe serenamente svenire e recuperare almeno una minima frazione delle ore di sonno perse e Padreh volenteroso MA pure esausto e non pienamente funzionante e Nonneh volenterose MA entrambe doloranti in stereofonia e finalmente vengono a montare il portone che aspetti da un anno MA di sabato mattina è impegnAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARRRRGHHHHHHHAWHGRGHFRRNNNNNNNGGGGGGGHHHHH-
(Nell’immagine, una discreta porzione di bimbo piccino malaticcio. So’ stata generosa)
MADREH ELUCUBRA COSEH #32
Un anno fa a quest’ora a malapena Madreh veniva infastidita da vaghe contrazioni dopo la prima notte mai passata su un letto di ospedale (ma si sa, acque rotte = doccia rigenerante e via allegramente al PS).
Ancora non sapeva che di lì a poco le sarebbe stato offerto dell’olio di ricino in un tè zuccheratissimo, perché signora mia, è il metodo più naturale per indurre le contrazioni, poi vedrà che una bella doccia lunga quanto vuole l’aiuterà. Sì. Ma no.
Ancora non sapeva che avrebbe assaggiato le pene dell’inferno e devastato la stanza (meno male che la coinquilina non c’era, allora passeggiava amabilmente in sala parto) non solo per l’impennata delle contrazioni ma anche per i violentissimi strizzoni di corpo.
Ancora non sapeva che Culino aveva scelto proprio la posizione in cui sbatteva comodamente la testa sull’osso sacro, causandole un pretravaglio (eh già, non era nemmeno il travaglio vero e proprio) da incubo lovecraftiano.
Ancora non sapeva che l’epidurale sarebbe arrivata, sì, ma solo dopo gli irraggiungibili 4 cm, e che poi avrebbe sperimentato ore di posizioni acrobatiche per facilitare l’uscita del pargolo. INVANO.
Ancora non sapeva che nonostante tutte le stelle del parto si fossero allineate, c’era una cresta ossea nel posto sbagliato a impedire il passaggio.
Ancora non sapeva che ci sarebbero state scene di imbarazzo e conseguente discussione fra ostetrica e ginecologhe, una delle quale decretò che era Madreh a non essere capace a spingere (risposta mia “o, non so’ mica qui a leggere un libro! E comunque chi l’ha mai fatto? Certo che non so’ capace”), per poi sentenziare che non era colpa sua ma dell’epidurale, per poi ammettere che, come per la cacca, se il bimbo non entra nel buco, non c’è niente da spingere.
Ancora non sapeva che alla fine sarebbe arrivato un cesareo d’urgenza, anche se proprio urgenza no perché avevano da finirne un altro (quello della coinquilina passeggiante, che non aveva avuto contrazioni e in confronto a me era fresca come un bocciuolo di rosa).
Ancora non sapeva che le ginecologhe avevano visto giusto e Culino aveva avuto bisogno di un aiutino per respirare.
Ancora non sapeva che sarebbe rimasta inspiegabilmente calma nonostante tutto.
Ancora non sapeva che le avrebbero portato il fagotto per un’occhiatina veloce e il suo primo primo commento sul suo agognato rampollo cipischioso sarebbe stato “SEMBRA PROPRIO UN GATTINO EHEHEHEH” (potreste dare la colpa al cocktail ricino-epidurale-anestesia, ma so’ proprio io).
Ancora non sapeva che la attendevano ulteriori notti di paura e delirio al San Donato, fatte di ossa doloranti, punti incandescenti, aria pressante, tette sanguinanti e lacrime nascoste in bagno per non svegliare la coinquilina (che in confronto a me pareva un fiore).
Ancora non sapeva molte cose, e alcune non le sospettava proprio, ma già si preparava a essere zen. Perché cos’altro vuoi fare quando potenzialmente tutto quel che ti circonda è spaventoso, ma se non la prendi con lucidità tu per prima poi chi ne fa le spese è il giovane che nuota sereno nei millemila litri di liquido amniotico ancora nel sacco? (Era un club mediterranée, mica una placenta)
Ancora non lo sapeva, e a chi dice “eh ma dopo il parto dimentichi tutto” risponde “DIMENTICHI TUTTO UN CA$$O, VIENI QUI A DIRLO BRUTT…”.
Madreh ricorda tutto benissimo. E proprio per questo ora, dopo un anno da quegli accadimenti, questa patata bionda che gira per casa esplorando mondi e sbattendo la faccia sui suddetti le sembra un capolavoro.
Nell’immagine di repertorio, Culino vs. un capo di girasole. Così.
MADREH ELUCUBRA COSEH #33
Da svariate notti il Giovin Signore mette alla prova la sanità mentale di Padreh e le pocce di Madreh svegliandosi a ripetizione e agitandosi come un tagadà fino all’alba e oltre.
Stamattina, dopo l’ennesimo afterhour, Padreh e Madreh boccheggiano sotto le coperte invocando almeno un quarto d’ora di sonno granitico (no), mentre il Giovin Signore zampetta lieto verso la sua stanza.
Un minuto dopo esser sceso dal letto, mentre Genitorih iniziano a intravedere il doloroso balletto Vado-io-vai-tu, con un sorriso a cinque denti il giovane rampollo si ripresenta davanti al lettone, trionfante e pronto a richiedere la collaborazione collegiale.
Ha il suo libro preferito in mano.
Padreh e Madreh scattano sull’attenti, accolgono il Giovin Signore in un nido di piumone e si dimenticano istantaneamente il numero di ore di sonno perse, pronti a contare i buchi in cui Orso dovrà cadere prima di ritrovare la sua tana.
…e niente, la facènda funziona così.
MADREH ELUCUBRA COSEH #34
Notte di Culino nervoso, si dorme poco. Esco di casa alle 7.30 per essere a scuola alle 10, torno a Arezzo alle 16.30, faccio la spesa, arrivo a casa alle 17.30, preparo roba per scuola fino alle 19.45 e poi mi ricordo che devo cucinare.
Sono le 20.20, devo ancora rivedere bimbo e marito da stamani. Mentre aspetto la famiglia correggo verifiche. Domattina (stanotte?) sveglia alle 4.45, sei ore di lezione e poi consigli di classe.
Da qui al 10 giugno è ‘na passeggiata, alò.
MADREH ELUCUBRA COSEH #35
E dopo una settimana rocambolesca preannunciata da una domenica di tristezza felina, perché non finire in bellezza con un bel Lazzaretto©?
Genitoreh! Insegna anche tu al tuo rampollo la nobile arte del raccattare i peggio trojaî!
Fagli provare fin da subito l’ebbrezza della trasformazione in pietosa crocerossina felina!
Lascia che ti aiuti a salvare micynih altrimenti condannati a destini strappalacrime!
Magari così gli passa anche il nervoso che è tutto il giorno che mugola e tu, Madreh provata da giorni di densità funambolica, potrai finalmente dedicarti a coccolare Padreh, febbricitante e pieno di strizzoni di corpo, e coronare così il tuo sogno di una domenica rilassante in famiglia!
Lazzaretto©: mai più senza!
(No, seriamente: se la racconta me lo prendete questo gattino? Fa le fusa come un dio)
MADREH ELUCUBRA COSEH #36
Ultimo gggiorno del 2023. In genere la gggente tira le fila dell’anno trascorso o inforna propositi per l’anno che verrà, quindi – s’immagina – anche Madreh è pronta a unirsi alla rumba e….
Tagliamo corto: no.
Niente bilanci, che qui si vive sul filo del rasoio e ogni giorno devi essere pronta a rimacinare quello che pensavi di sapere.
Niente riflessioni, che se mi fermo a pensare a quanto sono poco sensati i miei ritmi rido fino al 2026.
Niente propositi, se non quello di alzare le spalle e riderci su il più possibile, su tutto.
.
Buon ANGHAGHHHHNNAAAHAHAHAH a tutti dalla vostra Madreh e da Culino (Padreh ve li può fare per conto suo che è grandino ormai)
(Eppù basta co’ sti gargarismi mentali, che col Giovin Signore ci s’ha da sgobbà pesissimo)